Il ringiovanimento delle parti intime è un trattamento sempre più chiesto dalle donne italiane.
Circa un quarto delle domande italiane over 40 ha espresso il desiderio di sottoporsi ad un intervento di ‘Re-Vagination’. Questa metodologia innovativa è nata in Italia ma è in rapida diffusione tra le donne di tutto il mondo. Questo successo esponenziale è dovuto ai risultati ottenuti da questa procedura che non si limita al solo ambito estetico ma permette di migliorare la funzionalità ed il benessere della propria intimità.
Atrofia vaginale
La vulva, ovvero l’insieme degli organi genitali esterni femminili, intorno i 40-50 anni subisce diversi cambiamenti estetici e funzionali, dovuti soprattutto alla graduale e progressiva riduzione degli estrogeni a seguito della menopausa.
A livello della zona vulvare si riscontra una perdita del naturale spessore del collagene del tessuto, comportando una diminuzione dell’elasticità vaginale e un aumento della fragilità della mucosa.
L’insieme di queste trasformazioni viene definito atrofia vulvo-vaginale i cui sintomi più facilmente riscontrati sono la diminuzione della lubrificazione, il dolore durante i rapporti sessuali e alterazioni del PH vaginale (con una maggiore suscettibilità alle infezioni).
“Sempre più donne si affidano al trattamento vaginale, solo nel 2012 in Italia c’è stato un incremento del 24% e il trend è in costante aumento – afferma lo specialista in chirurgia plastica Paolo Mezzana, responsabile dell’ambulatorio di dermatologia oncologica dell’USI “Marco Polo” di Roma – : l’intervento infatti migliora la qualità dei tessuti e concede alle donne uno stato di benessere esteso anche alla vita sessuale nella terza età. Non si tratta di un semplice ringiovanimento, ma di un vero e proprio benessere intimo. I trattamenti laser del canale vaginale vengono richiesti principalmente da donne tra i 45 e i 55 anni che spesso hanno avuto gravidanze multiple o sono entrate in menopausa. Sono generalmente donne di alto livello culturale, impegnate professionalmente e con famiglia”.
L’atrofia vaginale, causata anche dal sopraggiungere della menopausa, consiste nella perdita del naturale spessore del collagene del tessuto vaginale: in particolare con la diminuzione di estrogeni durante la menopausa si verifica un processo d’invecchiamento dei genitali femminili noto come atrofia vulvo-vaginale con diminuzione della lubrificazione, dolore durante i rapporti sessuali e alterazioni del PH vaginale.
Vi sono innumerevoli trattamenti atti al ringiovanimento delle parti intime. Tra le strategie terapeutiche più utilizzate si annovera la carbossiterapia.
Carbossiterapia vaginale
La carbossiterapia è una metodica che sfrutta l’anidride carbonica a scopo terapeutico. Nonostante essa sia molto nota per la sua efficacia nella cura della cellulite, delle adiposità, dei problemi di circolazione e dell’invecchiamento cutaneo, il suo utilizzo a livello delle parti intime comporta un sostanziale miglioramento della funzionalità e del benessere della zona trattata.
Questi risultati sono dovuti all’anidride carbonica, che iniettata in punti strategici dei genitali esterni, porta ad un aumento dell’ossigenazione dei tessuti e migliorando quindi l’atrofia cellulare. Si determina quindi un aumento del numero di capillari nelle zone interessate con un’azione rigenerativa attorno ai nervi, alle ghiandole e nei muscoli.
Un ciclo terapeutico è composto da 5/8 sedute ognuna delle quali prevede 7/8 microiniezioni. La paziente può avvertire un leggero bruciore destinato a sparire nel giro di pochi minuti.
Indicazioni
La carbossiterapia consente di evitare l’utilizzo della terapia ormonale sostitutiva o all’uso di estrogeni ed è particolarmente indicata per il trattamento delle seguenti problematiche:
- Lievi incontinenze urinarie;
- Secchezza e atrofia vaginale, prurito, arrossamenti e dolore durante i rapporti sessuali;
- Sensibilità della zona nell’atto sessuale.